IL VIAGGIO DEI RE MAGI è tra i più affascinanti della storia dell’umanità. Seguendo la stella cercarono il neonato RE DEI RE, per adorarlo. Chi e in quanti erano, da dove partirono e che strada fecero? Sembra assodato che partirono dalla PERSIA, odierno IRAN.

IRAN
Come detto, i Re Magi partirono dalla PERSIA, odierno IRAN.
Per i curiosi che vogliono proseguire, ecco la prima parte del nostro racconto, che seguirà la loro strada. Le fonti sono poche, ma incuriosiscono tuttora.
Erodoto parla della casta dei magi definendoli sacerdoti zoroastriani: saggi, astronomi, scienziati, politicamente influenti. Gli annali astronomici cinesi, alcuni papiri egiziani e altre fonti attendibili segnalano l’apparizione di un oggetto brillante nel febbraio/marzo del 7/6 a.C.: fu una congiunzione di Giove e Saturno nel segno dei pesci, approvata anche dagli astronomi odierni. È bene ricordare che la data di nascita di Gesù cade tra il 7 e 4 a.C. Dei Magi parla il Vangelo di Matteo e alcuni vangeli apocrifi. Nel Medioevo furono in molti a ricostruire il loro viaggio. Marco Polo trovò le loro tracce nella città di SABBA, l’odierna città di Saveh a sud di Teheran: “In quella città son soppeliti gli tre Magi in una bella sepoltura, e sonvi ancora tutti interi con barba e co’ capegli” aggiungendo “che niuno gliene seppe dire nulla, se non che erano 3 re soppelliti anticamente”.
Altre fonti parlano della vicina KASHAN, con il sito archeologico di Tepe Syalk, che conserva scavi tra i più importanti in Iran. La via prosegue verso l’occidente, attraversando i deserti. E bello immaginare che rima di partire i magi, probabilmente sacerdoti di Zoroastro, andarono a consultare gli amici scienziati presso alcuni santuari importanti, oppure visitarono le città e i siti che ammiriamo tutt’ora, come Pasargade, Persepoli o Naksh’e Rostam…

IRAQ
Il viaggio porta i Re Magi in IRAQ, l’antica Mesopotamia, distesa tra fiumi TIGRI e EUFRATE, la culla della civiltà. Un paese meraviglioso, purtroppo non visitabile da tanto tempo perché martoriato da guerre.
Per i curiosi, un altro pezzo della loro storia… Uno dei primi racconti, “Il libro dei tesori” del V sec chiama i tre Hormidz, Jazdegerd e Peroz e narra che sulla apparsa ai tre sapienti stella brillava l’immagine della Vergine con Bambino (si tratta di una credenza zoroastriana che sostiene che il Re – Salvatore sarebbe nato da una Vergine). A vista di questo segno i Magi salgono sul monte Nud per prendere i doni lasciati per il neonato Re da Adamo ed Eva. I Magi secondo un’altra leggenda medievale furono tre fratelli nati a AMADIYA, in Iraq, che poi divennero i sovrani della Nubia e Arabia il primo, della Persia il secondo e dell’India il terzo. Giovanni da Hildesheim (XIV sec.)scrisse che i tre partirono ognuno per conto suo, impiegando all’andata miracolosamente solo 13 giorni, trovandosi solo alla fine del viaggio, sotto il monte Calvario; però facendo ritorno impiegarono due anni, il che potrebbe essere la durata reale del viaggio più che impervio. Altre leggende riportano altri fatti, di cui continueremo a parlare, ma oggi cercheremo di farvi vedere cosa incontrarono lungo il percorso nella terra irachena.
Entrando dall’Iran, attraversarono le magnifiche gole di Rawanduz; visitarono QURNA che custodisce l’albero della conoscenza; omaggiarono le città e le tombe degli antichi re, loro antenati; consultarono di nuovo le stelle sullla ZIGGURAT di UR. Infine, prima di attraversare il deserto, si fermarono a BABILONIA, passando un po’ di tempo per ricordare gli splendori della grandiosa capitale sumera.

L’ARABIA SAUDITA
Continuiamo a seguire i Magi. La strada li porta ad attraversare il grande deserto dell’ARABIA SAUDITA Rub al-Khali, il “quarto vuoto”. Che i Magi fossero anche mercanti, venne sostenuto da molti “biografi”: ne conferma la loro rotta che ricalca la Via delle spezie dove – secondo le fonti tardoantiche e medievali – provvedono agli altri doni per il Re che cercavano. Ed è così che ci troviamo sulle vie commerciali Nabatee, di cui la parte meno conosciuta attraversa l’Arabia Saudita, da un’anno aperta ai turisti : potremmo ammirare un deserto davvero stupendo, con le formazioni geologiche e naturalistiche uniche, e le perle archeologiche di ALULA e MADAI’N SALEH, che conservano resti della capitale meridionale dei Nabatei, HEGRA.
Per i lettori più pazienti ecco alcune altre curiosità su i RE MAGI: sicuramente viaggiarono in groppa dei cammelli disposti in una carovana, unico modo di attraversare il deserto in relativa sicurezza. Nella storia il loro numero varia da due a dodici, numero quest’ultimo apparso nella “Cronaca di Zugnin” del VIII sec, forse come riferimento alle 12 tribù d’Israele, o ai 12 apostoli. Il tre prevalse perché legato sia ai tre doni offerti a Gesù bambino sia alla Trinità. Nel 1400 apparve il Mago nero, come emblema della universalità del messaggio Cristiano. Nel 1505 in Portogallo comparve un quarto Magio, con in testa la corona di piume (legato alle corone piumate dei nativi americani!) Ma, questo personaggio esisteva già: era il principe indiano Taor delle fiabe russo-ortodosse; oppure Artaban, che per la sua carità perdeva continuamente l’occasione di omaggiare Gesù, trovandolo solo nel momento della Crocifissione. Nel presepe Napoletano il quarto Magio divento’ una bella donna, forse personificazione di Diana o di Luna. Ben presto questo quarto personaggio si fuse con la Befana, le cui origini sono probabilmente connesse ai riti propiziatori pagani; scomparendo dal presepe.

GIORDANIA
I Re Magi proseguono il loro viaggio in GIORDANIA seguendo la via dell’incenso. La Giordania è conosciuta ai più per uno dei siti archeologici più famosi del mondo: PETRA, chiamata dai popoli semitici Raqmu, “la Variopinta”. Petra, splendida e ricca capitale Nabatea era una tappa obbligata per i viaggiatori del deserto, ma non possiamo dimenticare WadI Rum e il Mar Morto.
Proseguiamo come sempre, con un paio di curiosità: la via dell’incenso era una via carovaniera che trasportava le merci preziose arrivate via mare dall’India e dalla Cina. In Oman e Yemen la seta, le spezie e le pietre preziose venivano caricate sui dromedari, (le carovane contavano anche 2500 animali) e ad esse venivano aggiunte le essenze, tra cui incenso e mirra. La via che attraversava il deserto aveva due rote principali: una, gestita dai Nabatei era la “strada del Mar Rosso” che collegava l’oasi yemenita di Najran alla città palestinese di Gaza; l’altra, di minore rilevanza, gestita dai Minei, correva ad oriente del Rub al-Khali, costeggiando il golfo Persico fino all’altopiano iranico.
Le fonti dell’Alto Medioevo fanno grande confusione tra nomi, abiti e doni dei Magi. Alcuni gli fecero viaggiare via mare, altri parlarono dei loro sogni, spesso facendo racconti davvero fiabeschi. Il Vangelo armeno narra così: …arrivarono nella città di Gerusalemme dopo nove mesi. Questi re dei Magi erano tre fratelli: il primo era Melkon, re dei Persiani, il secondo Gaspar, re degli Indi, e il terzo Balthasar, re degli Arabi. I comandanti del loro corteggio, … erano dodici. I drappelli di cavalleria che li accompagnavano comprendevano 12.000 uomini: 4000 per ciascun regno. … Melkon, il primo re, aveva mirra, aloe, mussolina, porpora, pezze di lino e i libri scritti sigillati dalle mani di Dio. Il secondo, il re degli Indi, Gaspar, aveva come doni in onore del bambino del nardo prezioso, della mirra, della cannella, del cinnamono, dell’incenso e altri profumi. Il terzo, il re degli Arabi, Balthasar, aveva oro, argento, pietre preziose, zaffiri di gran valore e perle fini.
I doni dei Magi hanno dei significati particolari: l’oro perché è il dono riservato a Gesù in quanto Re, l’incenso indica L’Adorazione alla sua divinità, mentre la mirra profetizza la sua sepoltura. Anche i colori dei vestiti avevano dei significati: Melchiorre rappresentava la penitenza e perciò indossava il violetto, Baldassarre simboleggiava la verginità e indossava panni bianchi e un manto giallo, Gasparre incarnava la devozione, con una tunica bianca, un manto rosso o verde e calzari viola o blu. Ma potevano essere diversi, seguendo le innumerevoli interpretazioni.

ISRAELE
La grande avventura dei RE MAGI sta per concludersi: sono entrati nelle terre d’ ISRAELE. Attraversarono deserto di Neghev con i suoi makteshim, rocce scolpite e le oasi, visitarono le città profumate AVDAT, SHIVTA e MAMSHIT, cercando il re Erode in GERUSALEMME – probabilmente non lo trovarono là, ma nel suo nuovissimo palazzo a Herodion. Infine arrivarono a grotta di BETLEMME, e si prostrarono adorando e omaggiando con i doni il nuovo RE BAMBINO. Non tornarono a re Erode, come ci racconta il Vangelo di Matteo. E la famiglia di piccolo Gesù dovette scappare in Egitto, per proteggersi dalla strage pensata da Erode, ossessionato dalla paura di perdere il potere.
Ultimiamo il racconto con alcune curiosità: Cosa succede dopo, quando tornarono ? Era una delle domande che poneva fantasiosa gente medievale ai studiosi d’epoca. Giovanni di Hildesheim parla così: “Quando, dopo due anni (i Re) tornarono al monte Vaus (un altro nome per monte da dove avvistarono la stella) vi fecero costruire, in onore del Re, una cappella, e la adornarono con regale magnificenza. Riposarono … e lì che scelsero il luogo della loro sepoltura…. diversi Vangeli apocrifi narrano che Tommaso, ‘’Apostolo dell’Oriente” li incontrò «ancora sani e vecchi» quando si recarono presso di lui con tutti i loro popoli per farsi battezzare. I Magi morirono piuttosto vecchi: Melchiorre a 116 anni; Balthasarre a 112 e Gaspare morì 109. Marco Polo nel 1270 sosteneva di aver trovato la loro tomba a Sabba, in Iran, mentre altre fonti medievali sostengono che le spoglie dei Magi furono recuperate in India e portate a Costantinopoli da Sant’Elena, che li donò al vescovo Sant’Eustorgio di Milano. In seguito furono trafugate da Federico il Barbarossa che li trasferì a Colonia. Nel ‘900 alcune reliquie sono tornate a Milano, custodite presso il Sepulcrum Trium Magorum, nella Basilica di Sant’Eustorgio.


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